Le origini del raku dolce

Il Raku nasce in Giappone per caratterizzare la produzione delle tazze da cerimonia del the e mutuata dalla tecnica per la realizzazione di tegole da copertura.

La tecnica Raku si è diffusa a livello Internazionale (Paul Soldner) con una variante definita “a fumo” che ha segnato la ceramica artistica contemporanea. La straordinaria diffusione di questa tecnica è dovuta alla semplicità formale del genere e alla relativa facilità di accesso al metodo, alla singolarità del veloce processo di cottura e agli effetti materici sulla superficie ottenuti con l’estrazione dell’oggetto dal forno ancora incandescente; lustri metallici particolari, annerimenti dell’argilla e del craquele. Durante questo processo le ceramiche subiscono un forte shock termico ed è quindi necessario utilizzare, per la realizzazione delle forme, degli impasti argillosi particolari che a cotto generino una buona elasticità strutturale. Questo tipo di impasti contengono particolari aggiunte di graniglia detta chamotte (frammenti di inerti o argilla gia cotta ad alto tenore in allumina) che diminuiscono il coefficiente di espansione termica dell’argilla, riducendo quindi la probabilità di fratture. L’oggetto ceramico viene modellato generalmente con impasti di colore bianco avorio, viene essiccato, cotto una prima volta tra 950°-1000°C (biscotto) e successivamente rivestito. Per la smaltatura/decorazione delle ceramiche a tecnica Raku vengono utilizzati i rivestimenti vetrosi ed i pigmenti impiegati nella ceramica in genere ma con un’alta percentuale di agenti fondenti atti a velocizzare la formazione di vetro nel brevissimo tempo di cottura.
Nella tecnica Raku a fumo sono preferite, diversamente dalle ceramiche del genere maiolica e gres, le coperte vetrose trasparenti (cristalline) che consentono la visione in trasparenza del nero fumo che ha invaso il craquele primario.
La cottura Raku Giapponese alle origini come pure la Pizza Napoletana sono di fatto i primi “primitivi” esempi di cottura paragonabile a quella nei forni continui industriali moderni dove è il prodotto a muoversi entrando e uscendo da un forno che è a temperatura pressochè costante.

Ulteriori approfondimenti sulla tecnica >>

Giovanni Cimatti © | Via G. Da Maiano 65 - Faenza (RA) Italia | tel. fax 0546 29965